Autoritratto, 1999

Luigi Menozzi (Reggio Emilia, 1957).
Dalle larghe vedute dei primi paesaggi appenninici, eredi in particolare della tradizione americana, il suo percorso fotografico passa via via a una ricerca minimalista che isola, ritaglia ed esplora particolari della natura apparentemente insignificanti, poiché non è più mostrare il visibile che gli interessa, ma piuttosto l'invisibile o, meglio, ciò che ci sfugge per la nostra superficialità visiva.
Fedele fin dalle sue prime immagini a una produzione artigianale, nel suo percorso creativo ha sempre creduto fondamentale sviluppare e stampare personalmente le sue fotografie, passando dalla carta baritata alle carte naturali preparate con gelatina ed emulsione fotografica al cloro-bromuro d’argento, entrambe virate al selenio, per arrivare poi alla stampa su carta sensibilizzata al platino/palladio.
La sua ricerca sulla tecnica fotografica e sui procedimenti storici, comprende oggi lavori con fotocamere a foro stenopeico oltre allo studio e alla produzione di stereogrammi a visione parallela e anaglifi. Dal 2009 fa parte del Gruppo Rodolfo Namias che si occupa dello studio e della riscoperta delle antiche tecniche fotografiche.
Nel 1999 ha pubblicato il volume In attesa dell’incanto, che presenta oltre dieci anni di lavoro sul paesaggio dell’appennino reggiano.
Ha esposto in numerose personali e collettive in Italia ed all’estero, tra le quali: Musée N. Niépce Chalon-sur-Saone, 1992 - "XXV Rencontres Internationales de la Photographie, Arles, 1994 - "Paesaggi italiani del '900, Milano, 1999" - "XL La collection photographique d' Arles", Arles, 2005 - "Un'arte glocale - da Reggio Emilia ad Albacete", Albacete, 2005 - “Divino naturale insomma eterno”, Fotografia Europea 2009, Reggio Emilia - Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, 2010 – Galleria Fotoforum, Bolzano, 2013. Sue fotografie sono conservate nelle collezioni della Biblioteca Panizzi e dei Civici Musei a Reggio Emilia, del Musée Niépce a Chalon-sur-Saone, del Musée Reattù e della Ecole Nationale de la Photographie di Arles, della Bibliotheque Nationale de France a Parigi, del Musée de la Photographie a Charleroi, del Musée d'Art et d'Archéologie di Aurillac.